SCRITTI (MARION GREENSTONE)

LA MIA VITA CON L'ARTE

Ho iniziato a studiare pittura solo dopo aver completato gli studi universitari ed aver intrapreso l'insegnamento dell'inglese. Per anni era stata la mia aspirazione segreta, ma non avevo ricevuto alcuna formazione artistica al di fuori dei soliti corsi scolastici poco stimolanti, tipici di quell'epoca, né ero mai stata portata in un museo o in una galleria d'arte. A 21 anni, mentre insegnavo, mi sono iscritta ad un corso del pittore Norman Lewis, una sera alla settimana. Per tre anni ho dedicato tutto il mio tempo libero e le vacanze estive agli studi artistici fino a quando ho deciso di abbandonare l'insegnamento e di dedicarmi a tempo pieno all'arte. Mi sono iscritta all'Art Students League, dove ho studiato con Julian Levy e Vaclav Vytlacil, pur continuando a lavorare con Norman Lewis.

Nel 1951 sono stata ammessa al corso triennale della Cooper Union, dove mi sono diplomata. Nel 1953, mentre seguivo ancora quel corso, alcuni miei lavori sono stati esposti alla mostra annuale di stampe del Brooklyn Museum e altri alla mostra annuale del Whitney Museum.

Quando mi sono diplomata alla Cooper Union, nel 1954, mi è stato conferito l'Academic Honor Award ed ho anche vinto una borsa di studio Fulbright per studiare a Roma (1954-1955), successivamente rinnovata per un altro anno. Mentre ero in Italia, alcuni miei lavori sono stati accettati alla Pittsburgh International Exhibition del 1955. Quei due anni trascorsi in Europa, durante i quali ho viaggiato molto in Italia, Francia, Inghilterra, Spagna, Grecia, Yugoslavia, Turchia ed Egitto, sono stati un'esperienza di vita e di lavoro formativa e gratificante, che ha dato significato e continuità al passato e un nuovo contenuto al presente.

Nel 1957 mi sono trasferita a London, nell'Ontario. I quattro anni trascorsi in Canada si sono rivelati estremamente produttivi. Le mie opere sono state esposte in importanti mostre nazionali e in gallerie private, vincendo vari premi, fra i quali il Baxter Foundation Award a Toronto, l’Honor Awards alla Mostra di Winnipeg e alla Art Gallery di Vancouver, il premio della Canadian Watercolours Society e il premio Dow alla mostra primaverile di Montreal.

Benché il mio stile fosse astratto e non traesse ispirazione direttamente dalla realtà, esso è stato fortemente influenzato dal paesaggio canadese, evocando, nelle parole di un critico, "i paesaggi dell'anima". Nonostante nel corso degli anni io abbia trovato ispirazione in conchiglie, fiori e paesaggi, il mio lavoro ha potuto pur sempre definirsi astratto. Nel 1974 mi è stata commissionata una grande opera per la sala di lettura di una delle sedi della Biblioteca di New York. Dal 1968 al 1992 ho svolto l'incarico di professore associato alla facoltà di arte del Pratt Institute. Durante un anno sabbatico (1988-89) mi sono dedicata alla tecnica della monostampa [monoprint], che era per me una nuova forma artistica. Al momento sto combinando varie tecniche già esplorate separatamente in passato, conferendo con ciò una nuova dimensione al mio lavoro.

L'ARTE E' PER ME...

Non saprei descrivere il mio lavoro o il suo processo creativo in modo da renderlo comprensibile a chi lo osserva. Posso solo dire che l'arte è l'unico mezzo che mi permette di dare forma a idee e immagini che non potrebbero esistere in alcun altro modo.

Le mie opere non vogliono essere la trasposizione di un linguaggio in un altro, ma piuttosto delle esperienze dirette che differiscono da altre forme di esperienza sia per l'osservatore che per me. Quando riescono nel loro intento, esse possono evocare immagini, ricordi, sentimenti e idee che, se espressi verbalmente, alla fine resterebbero per lo più ineffabili.

IL MIO SCOPO E' CREARE BELLEZZA

Il mio obiettivo è creare bellezza su un piano bidimensionale con tutti i mezzi a mia disposizione. Tale bellezza non è necessariamente relazionata a cose già esistenti nel mondo esterno benché possa trarre ispirazione da mille cose diverse quali paesaggi, piante, fiori, conchiglie, luci e edifici.

Queste forme e colori non sono che il punto di partenza di un processo creativo che ha, tuttavia, vita propria e di cui la composizione artistica è il soggetto. Non narra una storia e non riproduce alcun oggetto. Può invece suscitare reazioni tanto diverse quanti sono coloro che l'osservano.

TUTTO E' PRESENTE IN NATURA

Queste opere a tecnica mista sono nate dal desiderio di lavorare su scala più ridotta di quanto non avessi fatto per molto tempo nei miei dipinti a olio di grandi dimensioni. La stoffa veniva da rimanenze di tela di lino accumulate nel corso degli anni. Un bel giorno decisi di ritagliarne dei rettangoli e di incollarli su una piccola superficie rigida.

Mi misi poi a tracciare dei disegni con le matite colorate su quella composizione arbitrariamente rettangolare, creando un accostamento insolito. Quelle immagini vagavano sui rettangoli di tela, a volte rispettandone i contorni, altre volte ignorandoli, in un'alternanza che mi affascinava, ed evocavano la forma e la struttura delle conchiglie che avevano ispirato i miei dipinti a olio per lungo tempo. Nella fase successiva ho incollato della carta di riso sui rettangoli di tela, sulla quale ho usato una combinazione di matite colorate, pastelli, acquerelli e pittura.

Se esamino il mio lavoro e le modalità con cui si è sviluppato nel corso di molti anni, scopro di essere stata attratta da forme, immagini, colori e strutture simili, tutti presenti in natura - paesaggi, fiori, conchiglie - a volte visti molto da vicino, altre volte come se fossero stati osservati dall'alto. Quando le forme vengono isolate, esaminate minuziosamente, ingrandite, ecco che cominciano ad emergere le somiglianze: l'ordinato ripetersi dei petali dei fiori può trovare un'eco nel disegno di una conchiglia o viceversa. Queste sono le cose che mi hanno attratto sia a livello conscio che inconscio.

Mc INTOSH MEMORIAL ART GALLERY THE UNIVERSITY OF WESTERN ONTARIO
17 NOVEMBRE 1964

Per l'artista, una mostra può essere un'esperienza penosa. E' difficile, infatti, affidare la propria opera al resto del mondo perché, in quel momento, essa diventa una cosa totalmente estranea, conosciuta brevemente in un passato che ogni nuova opera rende più remoto. Tuttavia, una mostra può anche essere un'esperienza fruttuosa. E' entusiasmante vedere i propri dipinti in un'atmosfera neutrale, fuori dal proprio studio, e osservarli per la prima volta con completa obiettività. Spesso si creano delle giustapposizioni che possono portare a intuizioni e scoperte importanti.

Questi dipinti, eseguiti a New York esattamente tre anni dopo la mia partenza da London (in Ontario), appartengono a due diversi periodi: il primo gruppo di dipinti non oggettivi rappresenta la culminazione espressiva dei miei anni a London, rivisitati e rivissuti a New York. La qualità paesaggistica ed evocativa che ha dominato il mio lavoro a London ne costituisce ancora un elemento basilare, nonostante vi sia stato un cambiamento. C'è ora una complessità e una cupa, forte spinta evocata da New York.

Il secondo gruppo, costituito da quadri non rettangolari, è stato completato negli ultimi mesi ed è nato da una crescente insoddisfazione per le limitazioni della forma rettangolare. Per molti anni mi sono sentita intrappolata entro i bordi delle tele, e ho avuto la sensazione che molte delle mie opere avessero una vita propria al di là dei loro contorni. E' stato quindi naturale cominciare ad espandere l'area in cui si svolgeva l'azione. Questo ha portato ben presto a una serie di dipinti geometrici hard edge, in cui la forma aveva il ruolo primario.

Questi esperimenti mi hanno riportato all'uso delle immagini, prima non obiettive come in passato, e poi immagini vere e proprie ma realizzate in modo non obiettivo. Nella maggior parte dei casi, ho usato fotografie come se fossero colori, forme e linee astratte. Nel combinarle con spazi dipinti, ho scoperto che i due elementi sembravano trasformarsi a vicenda fino a diventare un terzo nuovo elemento.

Il mio interesse per le forme non rettangolari è stato motivato dalle loro caratteristiche contrastanti: suggerire un mondo più vasto e, allo stesso tempo, offrire frammenti di quello stesso mondo. E' entusiasmante e impegnativo esplorare queste nuove idee e seguirle ovunque esse mi portino.

CORSO PER PRATT INSTITUTE - LUCE, COLORE E DESIGN

I. Obiettivi del corso

Aiutare gli studenti a diventare degli artisti e dei designers, sviluppando il talento che essi già possiedono e, ancor più importante, portando alla luce la loro capacità di vedere, sentire e comprendere il mondo che li circonda, riuscire ad organizzare quanto percepiscono in modo visivo o artistico usando quelle capacità e quei concetti.

L'inquinamento visivo è ovunque.

Immenso bisogno di immaginazione e soluzioni illuminate dei problemi della nostra civiltà, che sta rapidamente soffocando nel suo proprio inquinamento: basti pensare a un supermercato, con il suo guazzabuglio di beni di consumo, confezioni e mostre in concorrenza gli uni con gli altri, o alla bruttezza e volgarità di certa nuova edilizia, o, ancora, al design scadente che provoca il cattivo funzionamento di migliaia di vetture ritirate ogni anno dal mercato dell'industria automobilistica di Detroit perché ritenute pericolose. Si può dire quindi che le nostre stesse vite, a livello sia spirituale che fisico, dipendono da un buon design.

II. Struttura del corso

All'inizio, colore e design verranno affrontati separatamente in una serie di problemi basilari ma di grande rilievo, che serviranno a gettare le basi per il lavoro più complesso che seguirà dopo breve tempo. Questi problemi sono stati creati allo scopo di chiarire, semplificare e potenziare le esperienze e le conoscenze degli allievi affinché essi imparino ad usarle come se costituissero un prontuario di base di capacità e tecniche.

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